Adolescenti – “(UN)LOCKED DOWN”

Nella ricorrenza della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza vogliamo dedicare un pensiero particolare agli ADOLESCENTI, target un po’ distante dal nostro usuale, ma riteniamo importante, in questo momento storico, dedicare uno spazio di riflessione per i tanti ragazzi, di quest’età, che in quest’anno stanno vivendo una condizione particolare e anomala dettata dalle imposizioni del lockdown.

ESSERE ADOLESCENTE NEL 2020

Essere adolescente è già di per sé una condizione difficile e oggi a causa delle restrizioni per Covid-19 lo è ancora di più.

Averli rimandati a casa nella dimensione del ritiro sociale è averli condannati ad una dimensione involutiva.

Per l’adolescente ” lo spazio vitale” non è la casa.

La sua identità in costruzione si struttura nel “fuori”, nel “provare” il bisogno di gruppo e di relazioni.

Invece la triste realtà di oggi prevede per loro DAD (didattica a distanza), quarantene preventive per molte classi, impossibilità di praticare gli sport per i quali erano stati iscritti, niente “partitelle” e incontri al parco e zero chiacchiere sotto casa.

CONTRIBUTO DI DANIELE NOVARA

Si chiede Daniele Novara: “se l’opinione pubblica e la politica si rende conto del sacrificio che a loro di sta chiedendo…. Li stiamo obbligando ad una cosa senza natura, contro il loro sviluppo e la loro crescita… Li stiamo inchiodando nel nido materno… Una cosa totalmente innaturale, perché per l’adolescente è naturale voler stare con i coetanei, uscire, sottrarsi dal controllo della famiglia. E noi cosa gli proponiamo? Il contrario: gli stiamo dicendo che stare con i pari è pericoloso…. l’isolamento in adolescenza è per antonomasia una minaccia…” (VITA 3 novembre 2020).

COSA NE PENSANO GLI ADOLESCENTI

Ribaltiamo la domanda e chiediamoci: ma i ragazzi quanto sono consapevoli del perché stanno facendo il sacrificio?

Matteo, 18 anni dell’Istituto Galilei Luxemburg, annoiato davanti una videolezione in DAD si chiede non solo quale materia stia seguendo ma anche il perché’ gli chiedano se ha capito i contenuti trattati visto che fuori, nel mondo, nessun adulto sembra comprendere cosa stia accadendo.

CI POTEVA ESSERE UN’ALTERNATIVA?

Quanto stiamo coinvolgendo i giovani nel capire cosa accade e soprattutto nel riuscire a gestire le risposte all’emergenza?

Dice Andrea Pellai: ” La sfida era ribaltare la richiesta di obbedienza passiva che abbiamo fatto ai ragazzi richiudendoli in casa. Dovevamo al contrario fare lo sforzo di renderli responsabili e protagonisti attivi della loro crescita in una dimensione protetta dal contagio”. (Repubblica, 26 ottobre 2020).

Perché non permettere loro di trovare locali dove in piccoli gruppi possano riunirsi per la DAD e confrontarsi fra loro?

Perché’ non incoraggiarli a trovare soluzioni alternative e creative per esempio: come andare a scuola senza usare i mezzi pubblici? Perché’ non incentivare il volontariato a sostegno delle persone fragili?

“(UN)LOCKED DOWN”, UN ESEMPIO VIRTUOSO

Come sa bene chi ha imparato a relazionarsi con gli adolescenti, l’adolescenza è un periodo della vita con un grande potenziale creativo. Come dimostra il cortometraggio “(Un)locked down“, curato dalla Cineteca di Milano, realizzato online con i video inviati da 30 classi di scuole superiori di Milano e Parigi. Vero inno alla loro creatività e resilienza.

Progetto realizzato con la collaborazione degli insegnanti che hanno voluto contribuire a diffondere quanto questi ragazzi si stiano perdendo in un anno del genere.

LA SCUOLA È PRIMA DI TUTTO RELAZIONE

Anche perché’ come dice Alessandro D’Avenia: “…. la scuola è prima di tutto relazione, è trasmissione di qualcosa che non è mai la stessa. Sì, noi insegnanti cambiamo e cresciamo insieme a loro… Ecco perché dire “didattica a distanza” non ha senso…” (Corriere della Sera, 31 ottobre 2020).

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